venerdì 6 settembre 2013

Fratantonio time. Lesson n.2: Turbo



Ovvero Giacomo Fratantoni, un nome una garanzia, collaboratore de  La gazzetta dello spettacolo, in eterna lotta con le virgole.





Oggi ci parla di Turbo.
Magari il concetto di una lumaca che assumeva dei poteri e iniziasse a gareggiare in grandi eventi automobilistici poteva risultare innovativo ma l’idea di fondo e le situazioni di contorno potevano pesantemente essere banali. [...]

“Turbo” si ispira pesantemente al ben più famoso (ma molto odiato) Cars, film della Pixar di minor successo critico. Questo film si attacca in maniera palese all’idea di Cars [...]
ndr: quale film?

 lo svolgimento delle situazioni così come i comportamenti dei personaggi sono stati stereotipati in maniera grossolana negli anni passati e questa ripetitività si sente particolarmente

ndr: Cosa? Quali anni?

L’inizio è palesemente identico anche se non nella sua totalità a quello del primo “Cars” e la somiglianza di nota anche nella struttura della storia, non tanto nella trama.


Un altro punto a favore del film risulta sicuramente l’innocenza del prodotto: mai durante la visione ci rendiamo conto che la Dreamworks abbia voluto creare qualcosa di nuovo e genuino; la casa di produzione ha voluto palesemente creare un prodotto inferiore d’intrattenimento senza troppi sforzi pur mantenendo la semplicità minima per un film godibile.[...]

Per quanto possa essere banale e stereotipato “Turbo” funziona per la sua innocenza e per la sua volontà di non strafare mai mettendo in scena un film godibile per le numerose trovate visive interessanti che rendono il prodotto nella media.

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