giovedì 19 settembre 2013

Fratantonio time. Lesson n.7: In Trance + Riddick + Shadow Hunters + Wolverine + Percy Jackson +Halo



Ovvero Giacomo Fratantoni, un nome una garanzia, collaboratore de  La gazzetta dello spettacolo, in eterna lotta con le virgole.
Fratantò ultimamente sta tenendo un ritmo incredibile, quindi d'ora in poi accorperò il più possibile le sue ultime perle. D'altronde è una macchina. "Non puoi fermare il futuro con le mano".














Boyle dimostra di aver raggiunto nel corso degli anni una maturità artistica di prim’ordine infatti lo stile di regia con il quale gira questo film è il culmine di tanti anni d’esperienza: esattamente come in “127 Ore” ma anche in precedenza con “Millions” e “28 Giorni Dopo” riesce a focalizzare l’intero film si sui personaggi ma anche e soprattutto sull’ambiente che li circonda di fatto l’elemento più funzionante del film risulta essere la fotografia luminosa e cupa allo stesso tempo tipica della sua filmografia.

La sceneggiatura di “In Trance” è estremamente articolata anche se non dimostra mai cali di ritmo o intrattenimento: non un elemento difettoso ma nonostante scorra via senza noia e senza dubbi si nota una certa fiacchezza nel raccontare il tutto;

ma forse si sarebbe preferito una leggera cura sull’articolazione della storia.

Per una regia frivola anche se meno frizzante delle precedenti la sceneggiatura punta tutto sull’elogio della figura dei personaggi principali mettendoli in scena e sviluppandoli con passione e tenacia:

Boyle la rappresenta come una musa, come quella figura angelica che l’uomo ricorda dopo un sogno erotico ed è proprio questo l’elemento maggiore che rappresenta: l’erotismo visivo ed emotivo e la sua inquadratura completamente nuda non fa altro che ricordarcelo.

Un film estremamente onirico ben diretto e ben sceneggiato seppur con una non totale cura sul risultato finale comunque interessante.
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Riddick













Se il primo capitolo era ben realizzato con una fotografia curata e una regia semplice ma immersiva senza contare la frizzante sceneggiatura il suo sequel non era agli stessi livelli

“Riddick” è un film ambiguo che non trova ne la promozione ne la declassazione

Diesel (produttore del film) contento della possibilità di strafare con il personaggio mette in scena un personaggio interessante

riesce comunque a sfornare buone interpretazioni nonostante non abbia una vasta gamma di espressioni facciali. Tra i tanti attori presenti troviamo Karl Urban (che fa un piccolo cammeo) e Dave Bautista l’ex wrestler che sforna una buona interpretazione rispetto a quella scadente ne “L’uomo con i pugni di ferro“: perché far recitare personaggi (lo chiamo attore?) come lui?
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nuova trasposizione da un libro o per meglio dire una saga di libri che, se avrà successo dal punto di vista del box office verrà trasposta interamente e purtroppo visto gli incassi ne abbiamo la conferma.

“Shadowhunters – Città Di Ossa” non funziona per più di una circostanza e quel poco che funziona finisce per funzionare male.

Il film parte carico immediatamente con una minuscola se non quasi invisibile caratterizzazione dei personaggi e ci rendiamo subito conto della grande pecca alla sceneggiatura.

si debbano ancora vedere casi di CGI così scadente? E’ impossibile quasi a crederci.

Le sequenze d’azione intrattengono quanto basta ma soprattutto nella prima parte di film vengono sfruttate a ripetizione e male vista la sequenza di mosse e decisioni prese dai protagonisti eccessivamente ridicole e stupide. [...] dalle sequenze d’azione troppo frenetiche e mal messe in scena.

perfino in una delle sequenze più belle del film, ossia nello sviluppo del rapporto tra i due protagonisti se per un attimo lo spettatore si sente attratto dal punto di vista visivo ed emotivo da quell’avvenimento il secondo dopo perde tutta quella magia per le solite e sconclusionate battute.

le prestazioni attoriali vengono penalizzate dalla scrittura dei personaggi anche se riescono a svolgere il loro lavoro attoriale[...]

Lily Collins, nonostante abbia il pregio di essere diventata estremamente splendida dai tempi del Biancaneve di Tarsem si comporta molto bene sullo schermo
ndr: eh si sa, se diventi bella, diventi cagna come attrice.

sembra il più omogeneo, il più spontaneo e il meno ridicolo fra tutti di fatto le uniche battute valide del film sono dedicate a lui.
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Secondo spin-off dedicato all'uomo d'amianto dopo "Le Origini: Wolverine" del 2009.
ndr: occhio che se ti becca il comune devi smantellare.


Non avevo particolari pretese per il film infatti partivo da una base abbastanza indifferente


la fotografia del film si combacia perfettamente con l'ambientazione giapponese di Tokyo con i suoi colori freddi e i dettagli ben accentuati


diverse sequenze d'azione con handy-cam e con eccessiva frenesia porta lo spettatore ad un senso di smarrimento su ciò che accade e tutte queste sequenze sono impegnate da una piattezza e da una pacatezza da non crederci


Pieno di piattezza
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Percy Jackson


al di fuori degli splendidi titoli iniziali gli effetti pop-up sono tanti e ben utilizzati che promuovo la versione convertita.

La sceneggiatura è il punto cardine dell'ambiguità del film: essa scorre in maniera equilibrata.. forse anche fin troppo.

Nonostante le numerose scene fantasy il film non trova mai un punto esageratamente alto nel suo cammino
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Halo il film

praticamente indipendente [...] Il film in questione risulta essere un buon prodotto: esso è un prequel

la qualità da assegnare a Hendler è quella di riuscire a mantenere [...]

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