giovedì 2 maggio 2013

David Lynch e l'interpretazione del cinema

Questa volta non citerò dei ggiovini kritici con le loro strampalate recensioni, i loro catastrofici errori grammaticali o le loro teorie sul senso di un dato film, ma citerò un regista, ed autore, artista, pittore, musicista, attore etc... un uomo di spettacolo completo, ma soprattutto una delle menti più complicate e criptiche del cinema contemporaneo, David Lynch.
Nel suo libro In Acque Profonde - Meditazione e Creatività, dedica un paio di capitoletti alla lettura del linguaggio cinema e all'interpretazione. Lo condivido qui, nella speranza che molti giovinotti -e non, e soprattutto critici di professione- possano carpire qualcosa e magari approcciarsi in maniera diversa nella loro prossima kritika. O forse no, sennò poi io cosa posterei qui?

-Cinema.
Il cinema è un linguaggio. Può dire tante cose. Cose grandi, astratte. E' uno dei motivi per cui l'amo. Spesso non ci so fare con le parole. C'è chi è poeta e sa esprimersi in modo meraviglioso usando le parole. Invece il linguaggio del cinema è il cinema stesso. Un linguaggio con cui puoi dire un'infinità di cose, perchè hai a disposizione il tempo e le sequenze. I dialoghi. La musica. Gli effetti sonori. Hai un'infinità di mezzi. Così puoi esprimere un'emozione e un pensiero che non potresti comunicare altrimenti. E' uno strumento magico.
Per me è bellissimo pensare alle immagini e ai suoni che scorrono insieme nel tempo, una sequenza dopo l'altra, creando qualcosa di realizzabile solo ed esclusivamente attraverso il cinema. Non si tratta soltanto di parole o musica; è un'intera gamma di elementi che si uniscono per creare una cosa prima inesistente. E' raccontare storie. Inventare un mondo, un'esperienza che gli altri non possono avere se non guardando quel film.
Quando trovo un'idea per un film, mi innamoro del modo in cui il cinema può esprimerla. Mi piacciono le storie piene di concetti astratti, e sono proprio queste le storie che il cinema può raccontare.

-L'interpretazione.
Un film dovrebbe camminare con le proprie gambe. E' assurdo che un regista debba spiegarne il significato a parole. Il mondo creato nel film è un prodotto della fantasia e tavolta le persone amano entrarci. Per loro quel mondo è reale. Scoprendo come è stata realizzata una scena, o qual'è il significato di questo o quello, quando rivedranno il film anche questi dettagli enteranno a far parte della loro esperienza cinematografica. Quindi il film cambia. Penso che sia una questione di vitale importanza proteggere il mondo del film evitando di svelare certi dettagli che potrebbero comprometterne l'esperienza.
L'opera  d'arte deve bastare a se stessa. Quello che voglio dire è che sono stati scritti tantissimi capolavori della letteratura, gli autori sono ormai morti e sepolti e non puoi tirarli fuori dalla fossa. Hai il libro però, e un libro può farti sognare e riflettere.
Talvolta le persone dicono di fare una certa fatica a capire un film, ma penso che in realtà capiscano molto più di quanto si rendano conto. Perchè abbiamo tutti ricevuto il dono dell'intuito:  possediamo davvero il talento di intuire le cose.
Qualcuno potrebbe sostenere di non capire la musica; però la maggior parte delle persone la sperimenta a livello emotivo e sarebbe d'accordo nel ritenerla un concetto astratto. Non si ha bisogno di tradurla subito in parole: si ascolta e basta.
Il cinema assomiglia tantissimo alla musica. Anche quando è molto astratto, a tutti i costi le persone vogliono comprenderlo a livello razionale, traducendo subito in parole. Non riuscirci è frustrante. Possono però riuscire a trovare una spiegazione dentro di sè, basta lasciare che ciò avvenga naturalmente. Se iniziassero a discuterne con gli amici, ben presto capirebbero come stanno le cose. Potrebbero trovarsi d'accordo o litigare; ma come farebbero s enon sapessero già qualcosa? La cosa interessante è che sanno davvero più di quanto credano. Esprimendoli ad alta voce i loro pensieri diventano più chiari. Una volta afferrato un concetto, potrebbero cercare di renderlo ancora più chiaro discutendone e ridiscutendone con un amico. Così arriverebbero a una conclusione. Sarebbe già un bel risultato.


Nessun commento:

Posta un commento