venerdì 6 settembre 2013

Fratantonio time. Lesson n.3: La notte del giudizio



Ovvero Giacomo Fratantoni, un nome una garanzia, collaboratore de  La gazzetta dello spettacolo, in eterna lotta con le virgole.




[.. ]futuro prossimo anno 2022, in America non ci sono più omicidi perché una sola notte all’anno si può fare qualsiasi criminalità senza scontare pene. Idea geniale così come il concetto di basare un film tutto sulla critica della società di adesso: istigare il popolo alla violenza.[..]

[...]dei titoli di testa davvero inquietanti che vanno a sfociare in un primo tempo ottimo[...]

[...]stile di regia, messa in scena e fotografia sono semplici ma con una freddezza e una cautela tale da rendere il tutto pesante e inquietante, in attesa di ciò che sarebbe successo.

Diversi elementi della storia non trovano una risposta che porta a degli avvenimenti che non hanno nessun senso all’interno della storyline.

 I personaggi sembrano nascere in maniera buona ma si perdono con una scrittura scordinata e sbagliata di dialoghi (a volte sembra proprio che essi siano stati montati male
ndr: da che pulpito.

DeMonaco riesce a partorire un’ottima idea ma non riesce ad affermarla sia sullo sviluppo della storia sia sulla coerenza registic

Ethan Hawke mette in scena un personaggio poco chiaro per tutto il film che risulta molto meno caratterizzato di quello già altalenante di “Sinister” che alla fine non funziona.

Lena Headey è l’unico personaggio coerente nell’intera pellicola che non va mai oltre il ridicolo (o almeno quasi) e resta sempre nel ruolo assegnatole:
ndr: eh si, odio quegli attori che fanno più ruoli. Maledetto Peter Sellers.

critica sociale che sfocia nel banale e nel ridicolo a causa per una mancata cura nella sceneggiatura.

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